Con l’intenzione di andare a provare un posto del quale abbiamo sentito parlare, venerdì ci dirigiamo verso la Vucciria.
Camminare per i vicoli del centro storico di Palermo e in particolare dentro ciò che era l’antico mercato della Vucciria, è sempre emozionante e regala scorci di straordinaria e decadente bellezza. Purtroppo la Vucciria non è più quel luogo colmo di persone, colori ed odori. È diventato silenzioso, solo qualche commerciante ancora resiste alla lenta e inesorabile fine di un pezzo di storia siciliana. Peccato che questa parte così magica della nostra città sia stata abbandonata ma purtroppo noi palermitani siamo maestri della noncuranza. Perdonate questa piccola parentesi ma volevamo condividere queste sensazioni. Adesso torniamo alla nostra missione.
Dicevamo, stavamo cercando la trattoria ma giunte li davanti sorpresa! Era chiusa! Ci informiamo con un negoziante li vicino che ci dice che la trattoria è chiusa per ferie. Poiché a Palermo mangiare è una cosa seria e non si lasciano due ragazze vagare a stomaco vuoto, gentilmente ci consiglia di provare un posticino vicino: “Signorine andate lì! E quando finite tornate e ditemi come avete mangiato!”. Avremmo potuto deludere tanta cortesia? Mai! Quindi riprendiamo a camminare e dopo qualche minuto arriviamo a destinazione.
La Trattoria da Totò si trova vicinissimo alla piazza principale della Vucciria. L’entrata è abbastanza semplice, fuori c’è il menu del giorno scritto a mano. Mentre davamo un’occhiata dall’esterno veniamo esortate, gentilmente, ad entrare da un ragazzo che lavora nella trattoria.
Una volta entrate la percezione è quella di essere in una casa, il locale è piccolissimo ma accogliente.
Il menu comprende soprattutto piatti a base di pesce insieme a piatti della tradizione palermitana.
Ecco cosa abbiamo provato: per iniziare le sarde fritte (che abbiamo diviso). Frittura abbastanza asciutta e pesce tenerissimo, molto buone.
👉 Roberta ha preso la pasta alla palermitana: spaghetti con pomodorino, uvetta, acciuga, aglio, olio, peperoncino e pangrattato. La cottura della pasta era perfetta, al dente al punto giusto, era leggermente salata ma la dolcezza dell’uvetta equilibrava l’insieme rendendo il piatto gustoso.
Questo piatto è perfetto per chi vuole scoprire i sapori della nostra tradizione culinaria.
👉 Laura, invece, ha optato per la pasta con le patate, un cult della cucina casalinga. Porzione abbondante, ma purtroppo estremamente pepata da non essere consumata.
👉 Come secondo la scelta è ricaduta su dei gamberoni alla diavola perchè il piatto ci destava curiosità.
Gamberoni cotti bene con “sughetto” molto saporito e piccante (come era giusto che fosse), avremmo solo preferito la scelta di gamberoni dei nostri mari.
Le porzioni, come vedrete nelle foto, sono molto abbondanti.
Tutto sommato è stata un’esperienza positiva, peccato per la gestione della vicenda del pepe. Seppur siano stati molto cordiali, non si sono offerti di rimediare in alcun modo ed il piatto, nonostante sia stato lasciato praticamente intatto, è stato ugualmente compreso nel conto.